IX EDIZIONE

Taormina, 5 – 8 Aprile 2001

IX PREMIO EUROPA PER IL TEATRO

Nella IX edizione il teatro si dilata, supera se stesso e si riafferma – intrecciandosi con il cinema, la danza e la musica – integrando diverse tendenze che animano la scena contemporanea.
Premiando Michel Piccoli la giuria ha voluto celebrare un grande artista squisitamente europeo e un modo di concepire il mestiere d’attore che, attraversando i generi (cinema, teatro), trova, al di là di essi, in uno stile inscindibile dall’uomo e dal suo impegno civile, la ragione fondamentale.
Michel Piccoli, con la complicità di Klaus Michael Grüber propone, al Teatro Massimo Bellini di Catania, uno spettacolo che è, allo stesso tempo, un omaggio all’Isola, al mito, al teatro e ai suoi “luoghi”: Piccoli-Pirandello, à partir des Géants de la montagne.
A Piccoli sono dedicati un incontro, “Michel Piccoli, ovvero il viaggio a doppio senso: teatro-cinema” e una rassegna dei più significativi film interpretati dal grande attore francese.
Heiner Goebbels, vincitore del VII Premio Europa Realtà Teatrali, propone due spettacoli di eccezionale livello: Max Black, un compendio  di epistemologia, arte, musica e filosofia, articolato in una partitura – musicale, visiva, verbale, gestuale e “pirica” – affidata alla voce e al corpo di André Wilms, e The Left Hand of Glenn Gould, una performace maturata nel corso di un laboratorio condotto in Germania da Goebbels alla Justus Liebig Universität di Giessen con la collaborazione del laboratorio multimediale fabrica di Treviso.
Con il premio Realtà Teatrali ad Alain Platel è stata riconosciuta l’intensa attività di un danzatore, coreografo e regista che ha saputo abbattere le barriere tra discipline diverse (danza, teatro, musica, circo) e l’impegno di un artista in grado di elaborare e montare, insieme al suo collettivo, Les Ballets C. de la B., spettacoli di grande rigore, lavorando anche con non professionisti, persone svantaggiate o bambini.
Alain Platel ha proposto Iets op Bach con un ensemble di nove musicisti e nove danzatori del suo collettivo. Sulle note di Bach, i danzatori del Ballets C. de la B., provenienti da ogni parte del mondo, hanno raccontano loro stessi e le loro vite in modo crudo e poetico, riscuotendo un clamoroso successo di pubblico.
Al teatro di Goebbels e Platel sono stati dedicati due incontri.

Michel Piccoli

Motivazione

Michel Piccoli ha debuttato sotto il segno del teatro – il suo Don Giovanni è rimasto celebre – per approdare soltanto in seguito “sull’altra riva”, il cinema, e poi finalmente rassegnarsi alla relatività di una traiettoria intermedia fra le due arti. Ma tra le due sponde s’intessono dialoghi.
Piccoli seduce perché si colloca fra l’identità ben delineata dell’attore cinematografico e quella indefinita e duttile dell’attore teatrale. Quando, malgrado la sua fama cinematografica, registi teatrali del calibro di Bondy, Brook e Chéreau si sono rivolti a lui, lo hanno fatto senza dubbio in ragione di questa disponibilità, di questa apertura. Piccoli non era prigioniero di un’immagine, e apportava una presenza. Presenza disponibile, in grado di dar corpo alla prodigiosa varietà di ruoli che lo hanno condotto da Schnitzler a Cechov e Pirandello, da Shakespeare a Koltès. L’attore cinematografico sapeva tirarsi indietro per lasciare spazio al suo doppio, l’interprete teatrale.
Che cosa si ama di Piccoli? Il suo porsi come un artista che resiste nel tempo senza rimanere intrappolato in un’icona… egli assicura una certezza eppure, conserva una dimensione nascosta. La luminosità non scaccia l’ombra che puntualmente accompagna il fulgore dell’attore mitico che egli è. In nessun aspetto Piccoli mostra mai una sola dimensione.
Michel Piccoli è una figura europea. In lui non si ravvisa la star internazionale che ignora le frontiere, ma l’artista aperto che si impegna a superarle. Cittadino libero, egli non vuole esserne prigioniero, la sua intera vita testimonia l’insopprimibile desiderio di oltrepassare i confini. Confini nazionali oltre che artistici.
Michel Piccoli rifiuta l’indifferenza civile. Non ha mai praticato il disimpegno, anzi ha sempre preso una posizione, si è schierato. In lui coincidono sempre l’etica dell’attore e la morale civile.
Se lo si erige a modello sarà sempre suo malgrado. Non ha niente dell’eroe che si mette in mostra. Piccoli, più di chiunque altro, ha saputo difendere la propria umanità. Un’umanità palpitante che continua ad alimentare le sue azioni e le sue parole. Michel Piccoli è un attore esemplare, responsabile di sé stesso come della propria arte.

VII Premio Europa Realtà Teatrali

Heiner Goebbels

Motivazione

(GERMANIA) A partire dalla metà degli anni ’80 Heiner Goebbels ha reinventato il teatro musicale. Compositore, regista, arrangiatore e drammaturgo insieme, Goebbels ha lavorato con attori, cantanti, musicisti, scrittori, artisti e scenografi di tutto il mondo.

Il suo “Konzeptionelles Komponieren” formatosi sulla dialettica di Heiner Müller, sulle ardite costruzioni linguistiche di Gertrude Stein, sulla musica pop e sui trattati di filosofia, consente di vedere la musica, udire lo spazio, vivere il testo con raffinata semplicità. Nelle sue associazioni sceniche gli elementi acustici e quelli visivi non risultano giustapposti ma collegati tra loro da una molteplicità di rapporti d’interrelazione, per questo la ricerca della loro intima essenza richiede la bacchetta da rabdomante dell’umorismo.

Goebbels è uno dei principali rappresentanti della musica internazionale e del teatro d’avanguardia; la sua suggestiva estetica è insieme inconfondibile e inesauribile.

Alain Platel

Motivazione

(BELGIO) Quello di Alain Platel è un percorso artistico, non un mestiere né una professione. Si tratta di una personalità originale, realmente unica nell’ambito della danza e del teatro. È il suo lavoro d’educatore sociale che lo ha portato ad essere così attento alla realtà umana del suo ambiente di provenienza: la regione di Gand, le Fiandre belghe.

Egli ha saputo rendere conto, senza artificiosità o affettazione, di ogni inquietudine, contraddizione, disperazione, sogno e slancio di un’adolescenza affascinante e tragica che egli ben comprende per empatia. I suoi spettacoli da “Bonjour Madame…” a “Tous des Indiens” hanno conosciuto una vasta diffusione in tutta Europa, nonostante siano (o proprio perché lo sono), completamente radicati nelle vicende della banlieue fiamminga.

Questa è la prova che, fondendo in tutta libertà teatro, musica e danza in quei ritratti di famiglia così ben dipinti, Alain Platel è riuscito a rivelare l’universalità dell’animo umano.

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